domenica 30 maggio 2010

Sognami (Biagio Antonacci)

Che questa mia canzone...arrivi a te
Ti porterà dove niente e nessuno l'ascolterà
La canterò con poca voce...sussurandotela
e arriverà prima che tu...ti addormenterai...

E se…… mi sognerai
Dal cielo cadrò-----
E se …..domanderai….
Da qui risponderò………
E se…… tristezza e vuoto avrai
Da qui ………. cancellerò

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..

E se mi sognerai
Quel viso riavrò…
mai più..mai più quel piangere per me
sorridi e riavrò……..

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono il tempo che consola
Sono dove vai…..

Rèves de moi amour perdu
Rèves moi, s'il neigera
Je suis vent et nostalgie
Je suis où tu vas

Sognami mancato amore
La mia casa è insieme a te
Sono l'ombra che farai
Sognami da li……….

Il mio cuore è li….

lunedì 19 aprile 2010

Sole

Oggi è una bellissima giornata di sole!
Sembra impossibile, ma la cosa predispone gli animi alla positività.
A volte basta poco, un po' di luce per stare meglio, meglio con se stessi e meglio con gli altri.
E... allora buona giornata a tutti.

sabato 3 aprile 2010

Le festività

Le festività costituiscono momenti che la televisione e la società consumistica definiscono di gioia, di spensieratezza.
Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Spesso queste giornate scandiscono, in modo inesorabile, crudele, il passare del tempo e i cambiamenti che porta con sè. Ordinariamente si ha sempre tanta fretta, si è affaccendati in mille "faccende", ciò ci aiuta a non guardare, a non sentire. Ci concede il lusso di essere sordi, ciechi e di lamentarci per motivi futili. Le festività poi ci presentano il conto, ci ricordano di non essere esenti dal pagare il prezzo di questa nostra voglia di leggerezza. Vorremmo come sempre riuscire a controllare tutto e tutti, ma in una cosa facciamo molto fatica: ad evitare di incontrare il nostro Io. Questo estraneo, qualche volta amico, conosciuto, ma molto spesso straniero, che parla una lingua che arriva al cuore, non passa per il cervello. Non lo possiamo gestire come noi vorremmo, come desideremmo, come ci sarebbe più facile fare.

sabato 13 marzo 2010

Magari un giorno riuscirò ad aprirlo

Magari un giorno riuscirò ad aprirlo

Forse troverò la forza

Ma l’angoscia mi frena

Annebbia tutto

Non so più dove

Non so perché

Non vedo

Vedo solo attraverso i miei vetri bagnati

I contorni si deformano

Si inumidiscono nella palude in cui mi ritrovo

Ed ogni passo sembra sovrumano

Poi mi dico

Non è possibile

La mia mente c’è

Tenta di strapparmi

Allora mi convinco di respirare,

di vedere,

di riuscire a dominare

ma ogni sforzo è vanificato

la melma mi trattiene

mi impedisce ogni movimento

ho così paura…

ho paura per le anime a me vicine

paura di trascinarle

ma anche di perderle

ma più di lasciarle sgomente

di non dargli più

niente

di togliergli la scintilla

quella che io ho smarrito

persa nel niente, spenta da lacrime vane

assurde, inutili

dov’ho smarrito la serenità?

quella leggerezza,

quel quieto affrontare le buche della vita?

L’ho perduta in un niente che mi avvolge, mi stordisce

Che mi impedisce

Anche i pensieri

Non vedo

Non sento

Ho paura

Mi perdo

Ho paura di perdere tutto

Lo vedo..

Quello lo vedo..

E se non vedo, se non vedo le cose essenziali…

Se mi passa la vita, le cose importanti..

Se stordito mi dimentico le mie anime, le anime affidatemi

Come posso fare questo

Oddio come mi angoscia questo

Mi annegano le lacrime

Angelo mio,

non dimenticarti mai quello che ti ho chiesto

mi sgomenta il nulla

mi sgomenta lasciare incompiuto i miei compiti

ma anche mi attrae così fortemente

mi spaventa ma è come se viaggiassi verso di lui

ricordati angelo mio infinito

tienimi tra le tue braccia

stretto sul tuo seno

e tutto…anzi…nulla mi spaventerà

nel tuo abbraccio saprò andare

saprò svanire

la pace infinita mi troverà sereno, pronto

So dell’immenso peso che ti lascio

Non credere che non comprenda quale enorme cosa ti chieda

Ma tu sei l’anello di unione al mio infinito

Sei l’unica a cui ho chiesto

Sei l’unica a cui ho aperto tutto il mio cuore, il mio amore

Sei il mio infinito, il mio Dio, il mio Angelo,

sei l’unica in questo mio mondo così piccolo e così immensamente grande

a chi se non a te potrei chiedere tanto!

Tu saprai vedere l’infinito mio

Saprai dove io non ho potuto

Ti aspetterò, sempre

Bruno

Mio padre

Quante parole non dette
..
eppure eri mio padre
non l’ho mai dimenticato

Ed hai scelto me per il tuo ultimo viaggio
Hai scelto me per andare
Per dirmi, non aprendo bocca
Guardandomi
Con gli occhi che mi guardavano sei volato via
Con la mia immagine nei tuoi occhi
In silenzio, senza clamori, senza farti sentire
E con i tuoi pieni di me
Hai attraversato quella sottile linea abbracciato alla mia immagine
Per portarla con te, per non perderla
Grazie padre mio
Mi hai fatto un regalo immenso
Ho apprezzato tantissimo quel tuo ultimo gesto
Come tutti quelli che hai fatto in vita tua…. Anche se non mi hai mai parlato
Ti amavo, padre
Ti amo ancora adesso
Anche se dentro mi sento così sgomento
I tuoi occhi
Piccoli, marroni… sempre pieni di parole mai dette
Quei tuoi occhi che mi guardavano mentre andavi
Bruno

domenica 21 febbraio 2010

IL LUSSO

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mercoledì 17 febbraio 2010

Franiamo

Franiamo, lentamente, inesorabilmente,
siamo noi artefici di un simile dissesto?
Forse, probabilmente.

Cercare un albero disperatamente,
aggrapparci alle sue radici,
cercare e non trovare.

Guardare inermi la frana,
guardare la Vita da spettatori.

lunedì 8 febbraio 2010


Hole in my soul



Vuoto

Tutti cerchiamo di riempire il Vuoto che abbiamo dentro,
cerchiamo di riempirlo con Qualcosa
ma si trasforma in un Vuoto ancora più grande.
Quanti affanni,
quanta solitudine,
quanti Vuoti.
Quanti sogni e speranze.
Forse sono queste le montagne dell'Uomo.
...e allora continuimo a sognare
e a salire per poi sprofondare nel
Vuoto.

venerdì 15 gennaio 2010

Terremoti

Natura benigna, Natura maligna
Eppure Natura.
L'unica che riesca a far comprendere all'uomo la propria fragilità.
La forza contrapposta alla debolezza
La bellezza che porta dolore
L'infinito che definisce il finito.
La madre e i propri figli